martedì 27 novembre 2007

Apollo e Giacinto ossia le metamorfosi di Giacinto

Intermedium di Padre Rufino Widl
1^ Rappresentazione Salisburgo
aula Grande dell'Università Benedettina, 13 maggio 1767

PERSONAGGI
Ebalo, Re di Sparta Tenore
Melia, figlia di Ebalo Soprano
Giacinto, figlio di Ebalo Soprano
Apollo, ospite di Ebalo Contralto
Zefiro, amico di Giacinto Contralto
Primo Sacerdote di Apollo Basso
Secondo Sacerdote di Apollo Basso

TRAMA

PROLOGO
nell'antica Grecia, Giacinto dice che il padre e la sorella stanno per giungere a compiere il rito di Apollo, ma l'amico Zefiro prima risponde che in cielo esistono anche altri dei, oltre ad Apollo, e poi confessa che vorrebbe che Giacinto fosse il suo Apollo. Ecco sopraggiungere Ebalo, il Re di Sparta, pronto a l sacrificio, e la figlia Melia, che vede sorgere una tempesta e temendo l'ira del dio affretta il padre. Tutti pregano Apollo, che protegga la Laconia, ma scoppia un fulmine che distrugge il sacro fuoco e l'altare. Ebalo stupisce e chiede se qualcuno dei presenti abbia offeso il dio, Giacinto dice sottovoce a Zefiro che teme che l’offesa sia derivata dalle precedenti parole dell’amico. Zefiro scongiura di tacere, Giacinto ràssicura il padre giacché spesso gli dèi atterriscono per cimentare, non per danneggiare gli uomini. Infatti Apollo compare. Si dichiarà èsule dal cielo in quanto odioso a Giove e chiede ospitalità. Ebalo accoglie il dio travestito da pastorello, che subito Melia ammira ammirata, ma quando Apollo chiede anche l’amore di Giacinto, Zefiro si mette in allarme. Quindi il dio si dichiara apertamente come protettore dei re e deg]i uomini bisognosi.

CORO PRIMO.
Ebalo comunica a Melia che Apollo (al momento impegnato a giocare al disco con Giacinto e Zefiro) ha chiesto la sua mano e che lui è d’accordo, e la fanciulla esulta all’idea di diventare una dea. Accorre però Zefiro, che annuncia la morte di Giacinto: Ebalo si sdegna, Melia esecra le nozze con l’uccisore del fratello, Zefiro apprende che Apollo sta per rapirgli l’amata fanciulla e poi racconta l’avvenimento, come giocando presso il fiume Eurota, mentre il disco di Giacinto volava più lontano degli altri, il disco del dio colpisse a morte la te~ta del fanciullo. Ebalo decide di cacciare il dio e s’allontana a provvedere, mentre Zefiro mormora di essere lui l’assassino. Uscito Ebalo, Melia riflette, ma Zefiro la mette in guardia contro la malvagità del dio accampando piuttosto i diritti del suo amore. Sdegnato, sopraggiunge Apollo che accusa Zefiro dell’omicidio, chiama i venti e ordina a Eolo, Il loro dio di rinchiudere il colpevole nel suo antro. Zefiro è tramutato in vento e allontanato, ma Apollo non riesce a dimostrare la sua innocenza a Melia. La fanciulla lo respinge e lo caccia e lui si dispera, perché è stato esiliato dal cielo e ora ha perduto anche l’amicizia degli uomini ma decide comunque di restare, nascondendosi.

CORO SECONDO
Da Giacinto che non era ancora morto e spira fra le sue braccia, Ebalo apprende la verità per cui si gonfia d’ira contro Zefiro. Ecco Melia, ancora adirata contro Apollo che ha mandato via, ma quando viene a parte della verità, la fanciulla non può che lagnarsene amaramente insieme col padre. Compare poi Apollo, a un ordine del quale dalla tera che ha visto morire Giacinto spuntano e sbocciano dei fiori somiglianti al fanciullo, cioè i giacinti. Ebalo e Melia si meravigliano, si pentono delle loro parole e chiedono perdono aI dio, che gliel’accorda volentieri. Anche Giove ha amato donne mortali, e lui sposerà Melia. sarà per Ebalo un altro Giacinto, resterà sempre nel regno ospitale.

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