giovedì 10 gennaio 2008

Il Sogno di Scipione

Azione Teatrale di Pietro Metastasio 1^ Rappresentazione Salisburgo, Palazzo Arcivescovile, 1 Maggio 1772

PERSONAGGI
Scipione Tenore
Costanza Soprano
Fortuna Soprano
Publio, avo adottivo di Scipione Tenore
Emilio, padre di Scipione Tenore
La Licenza Soprano
Coro d'Eroi

TRAMA
Mentre dorme nella reggia di Massinissa (re di Numidia, in Africa), Scipione viene sorpreso dalla Fortuna che lo esorta a seguire i suoi passi, e dalla Costanza che fa lo stesso per sé. Abbagliato da un’altissima luce e invaso da un’ignota armonia, Scipione chiede chi siano le immagini che lo destano, viene informato e quindi invitato a scegliere fra l’una e l’altra, ma dichiara di non essere ancora in grado di decidere. Allora la Fortuna si descrive come leggera, varia, mutevole, capace di fare e disfare a piacere; subito dopo Scipione s’accorge di non essere più nel luogo dove s’è addormentato. È in cielo, infatti, e ascolta i suoni della suprema armonia già definita da Pitagora. La Costanza gli spiega perché questi suoni non si possano udire in terra. Scipione chiede poi chi abiti la beata regione, e subito vede un coro di Eroi che canta le lodi della sua famiglia. Quindi riconosce Publio, Scipione l’Africano che aveva vinto Cartagine: il padre del suo padre adottivo gli parla dell’immortalità dell’anima e gli riferisce che ivi abitano i benemeriti della patria. Scipione cerca allora il padre, e vede Emilio che nella sua maestà gli mostra la meschinità della terra lontanistima. Scipione vorrebbe rimanere con il padre e il nonno, ma Publio gli predice che a lui spetta la distruzione ultima di Cartagine e gli raccomanda di rafforzare la virtù contro le sventure. La Costanza e la Fortuna sono impazienti e lo spronano a scegliere, e siccome né Publio né Emilio intendono condizionare la libertà della scelta sono loro stesse a illustrarsi. La Fortuna è Arbitra assoluta delle cose terrene e, per esempio, sa tramutare una capanna in reggia e viceversa, ma la Costanza sa conservare, resistere, ristabilire, e ha fatto vincere Roma contro Brenno e contro Annibale. Scipione non ha più dubbi: sceg1ie la Costanza, disprezza la Fortuna, e riceve immediata ritorsione del rifiuto. Irritata, 1a Fortuna provoca uno sconvolgimento celeste che spaventa Scipione. Ma così Scipione si sveglia, si ritrova nella reggia di Massinissa, non vede più gli interlocutori di prima e pure Sente la divinità detta Costanza che ha preso possesso dì lui. Quindi la Licenza svela che sotto il nome di Scipione (Emiliano) si cela in verità il nome di Girolamo e infine il Coro esalta la virtù di chi ha grande anima in petto e ricopre la testa della mitra sacerdotale.

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