PERSONAGGI e INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE
Sarastro | Basso | Franz Xaver Gerl |
Tamino | Tenore | Benedikt Schack |
Oratore | Basso | Herr Winter |
Primo Sacerdote | Basso | |
Secondo Sacerdote | Tenore | |
Terzo Sacerdote | Voce recitante | |
La Regina della Notte | Soprano | Josepha Weber Hofer |
Pamina sua figlia | Soprano | Anna Gottlieb |
Prima damigella | Soprano | |
Seconda damigella | Soprano | |
Terza damigella | Soprano | |
Primo genietto | Soprano | |
Secondo genietto | Soprano | |
Terzo genietto | Soprano | |
Una vecchia donna (Papagena) | Soprano | Barbara Gerl |
Papageno | Basso | Emanuel Schikaneder |
Monostato un moro | Tenore | Johan Joseph Nouseul |
Primo uomo corazzato | Tenore | |
Secondo uomo corazzato | Basso | |
Primo schiavo | Voce recitante | |
Secondo schiavo | Voce recitante | |
Terzo schiavo | Voce recitante | |
Sacerdoti, Schiavi, Seguito | | |
ATTO SECONDO: In un palmeto di alberi argentei e foglie auree, con 18 sedili di foglie recanti altrettante piramidi (la maggiore in mezzo) e corni, entrano Sarastro e Sacerdoti con rami di palme in mano, accompagnati da una marcia strumentale Sarastro annuncia agli iniziati il rito di Osiride e Iside che il ventenne principe Tamino chiede di essere ammesso, e alle domande dei tre Sacerdoti risponde che il giovane è in possesso di virtù, riservatezza e carità. Dopo il triplice accordo di corni, Sarastro ringrazia gli iniziati, elogia la sapienza e la ragione come nemici del pregiudizio, rivela d’aver fatto rapire Pamina per destinarla a Tamino. Un altro triplice accordo, e l’Oratore degli iniziati dice di temere della fermezza di Tamino, ma Sarastro conclude che se non vincerà, il giovane parteciperà subito alle gioie dell’aldilà. Ancora un triplice accordo e Sarastro invita l’Oratore a-guidare il viaggio di Tamino nonché di Papageno. Uscito l’Oratore con un sacerdote, Sarastro e gli altri si concentrano nella preghiera a Iside e Osiride che illuminino la nuova prova. A notte fonda nell’atrio del tempio con rovine e porte praticabili, Tamino e Papageno vengono introdotti e poi scappucciati: si sentono dei tuoni, dei quali il principe non ha paura ma l’uccellatore si. Entra l’Oratore, che chiede ai due cosa vogliano: amicizia e amore, risponde Tamino, che accetta ogni prova e dà la mano all’Oratori; invece Papageno ha paura delle prove e accetta solo quando il secondo Sacerdote gli promette una bella Papagena adatta a lui. L’Oratore e il Sacerdote diffidano i due dalle donne e poi s’allontanano. Papageno si lamenta del buio, Tamino gli dice di sopportare, ma da una botola spuntano le tre Damigelle che li spaventano, assicurando che dando ascolto a Sarastro si sono ormai perduti e rivelano che la Regina s’aggira nei sotterranei del tempio, ma Tamino rimane indifferente, perché ormai sa che essa ragiona come ogni donna, ed esorta Papageno a tacere. Dall’interno i Sacerdoti gridano che alcune donne hanno profanato il tempio e le Damigelle fuggono, mentre scoppiano tuoni e fulmini e risuona il triplice accordo. Ricompare l’Oratore, che elogia Tamino per la sua resistenza e lo incappuccia, e subito dopo il secondo Sacerdote fa altrettanto con l’esitante Papageno. In un bel giardino alberato che ha in mezzo un pergolato di fiori e rose, di notte, Pamina dorme e la luna le illumina il volto. Ecco Monostato, che la guarda con cupidigia, conclude che anche a un nero come lui deve essere concesso l’amore e s’avvicina insidiosamente. Di colpo, davanti a Pamina compare la Regina Astrifiammante, per cui Monostato se la svigna e la fanciulla si sveglia gettandosi nelle braccia della madre. Alla figlia la madre racconta che prima di morire il marito suo e padre di lei aveva consegnato agli iniziati il settemplice Cerchio del sole, simbolo del suo potere, sapendo che esso non poteva spettare a una donna. Ora non resta da fare che Pamina cerchi di fuggire col giovane principe ma solo dopo aver ucciso Sarastro; porgendole il pugnale la minacciosa Regina scompare. Pamina è afflitta, Monostato ritorna e dicendo d’aver sentito tutto propone una congiura contro Sarastro a patto che Pamina ricambi il suo amore, ma Sarastro entra e congeda bruscamente il turpe individuo. Alla fanciulla Sarastro comunica di saper tutto, ma la invita ad obbedire a lui, non alla madre, dicendo che nel suo tempio esiste solo l’amore. In un atrio Tamino e Papageno Vengono introdotti senza Cappuccio dall’Oratore e dal secondo Sacerdote che intimano il silenzio e poi si ritirano. I due si siedono, Papageno comincia a chiacchierare e anzi ha sete, per cui dalla botola sale una vecchia Donna che gli porge acqua, dice di avere poco più di 18 anni e di essere innamorata di lui che ne ha dieci di più. Un forte tuono la allontana, però, e sopra una macchina volante compaiono i tre Genietti che da parte di Sarastro restituiscono ai due il flauto, i campanelli e del cibo, quindi spariscono. Tamino suona il flauto, Papageno mangia e beve di gusto, ed ecco Pamina che fa festa a Tamino ma si vede zittita e allontanata dal sospiroso giovane. Avvilita, capisce dì non essere amata, piange copiosamente ed esce tutta mesta. Al triplice suono di tromboni Tamino s’appresta a partire, e il riottoso Papageno fa altrettanto solo perché spaventato da dei leoni che appaiono (e scompaiono al suono del flauto). Ancora un suono ed escono. All’Interno delle piramidi un coro di sacerdoti e Sarastro pregano Iside e Osiride quindi ricevono Tamino che Sarastro elogia e Pamina che Sarastro invece allontana da Tamino per un ultimo distacco. Usciti i tre ecco Papageno che Cerca di raggiungere Tamino ma viene fermato da una voce e poi redarguito dall’Oratore ma presto perdonato per i suoi modesti desideri. L Oratore esce e da terra spunta una coppa di vino Papageno è fuori di sé dalla gioia e spera solo, in aggiunta di poter avere una bella fanciulla tutta per sé. Si vede allora la vecchia Donna di prima che Papageno si rassegna ad accettare e subito vede mutarsi in una giovinetta vestita proprio come lui. È Papagena, ma l’Oratore la manda via perché Papageno non è ancora degno di lei. In un giardinetto, i tre Genietti annunciano gioiosi il presto levarsi del sole; ma vedono Pamina che s’avanza e si mettono in disparte. La poverina è come impazzita, brandisce un pugnale col quale vuole uccidersi perché Tamino non l’ama più, ma dai Genietti che la fermano apprende il contrario e chiede di vedere l’amato. Davanti a due grandi montagne protette da inferriate, l’una sgorgante acqua e 1’altra vomitante fuoco, coperte l’una da una nebbia Scura e l’altra da un orizzonte rosso, due Uomini corazzati introducono Tamino e gli leggono quanto Sta scritto sopra una piramide collocata in mezzo sull’inferriata: chi si purifica mediante fuoco, acqua, aria e terra e vince la paura della morte sarà degno del cielo e del culto d’Iside. Tamino non ha paura e s’avvia, ma da dentro lo chiama la voce di Pamina che compare e nella compiacenza dei due uomini si unisce a Tamino nel viaggio. Si apre la porta dell’inferriata e i due giovani avanzano per mano, mentre lei raccomanda a lui di suonare il magico flauto che suo padre aveva intagliato da una quercia millenaria. La porta si richiude e in lontananza si vedono Tamino e Pamina che camminano fra le fiamme e ne escono illesi abbracciandosi, esultando,cantando. D’un tratto compare l’interno d’un tempio, donde un e coro grida al trionfo della nobile coppia. Nel giardinetto di prima, , tutto contento Papageno chiama Papagena, ma non trovandola decide di impiccarsi a un albero. Ne è impedito dai Genietti, che gli suggeriscono di suonare i campanelli e sentendo il suono fanno scendere Papagena dalla macchina volante. I due innamorati sono l’uno davanti all’altra, si fanno festa e decidono di mettere al mondo tanti piccoli Papageni e Papagene, infine escono. Monostato, la Regina e le Damigelle escono dalla botola, con fiaccole nere, e passano mentre il primo viene rassicurato dalla seconda della mano della figlia, ma tuoni e lampi li fanno sprofondare definitivamente sotto la terra. Nel tempio del Sole stanno Tamino, Pamina, Sacerdoti e i Genietti: Sarastro saluta il giorno che ha sconfitto la notte e il coro esalta i due giovani che hanno superato le prove nonché Iside e Osiride che l’hanno permesso.
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